Permesso di soggiorno per assistenza minori: quando è possibile richiederlo

Nel diritto dell’immigrazione italiano, uno degli aspetti più delicati e centrali è la protezione dell’interesse superiore del minore. In questo quadro si inserisce il permesso di soggiorno per assistenza al minore, disciplinato dall’art. 31, comma 3 del Testo Unico Immigrazione (D.lgs. 286/1998). Questo strumento consente ai genitori stranieri irregolari presenti sul territorio italiano di ottenere un permesso temporaneo, qualora la loro presenza sia ritenuta necessaria per garantire la crescita, lo sviluppo e il benessere psicofisico del figlio minorenne.

La peculiarità di questa misura risiede nel fatto che il permesso non viene rilasciato dalla Questura tramite istanza ordinaria, ma solo a seguito di un provvedimento autorizzativo del Tribunale per i Minorenni competente per territorio. Il giudice deve accertare che l’allontanamento del genitore causerebbe un danno concreto e attuale al minore, tale da compromettere il suo equilibrio affettivo, sociale o educativo. È importante, inoltre, che il minore si trovi regolarmente sul territorio italiano e che abbia una relazione stabile e significativa con il genitore richiedente.

A Roma, molti procedimenti di questo tipo vengono trattati proprio dal Tribunale per i Minorenni del Lazio, dove si è formata nel tempo una giurisprudenza sensibile al principio di proporzionalità e al diritto alla vita familiare sancito dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. In questo contesto, l’assistenza legale specializzata è fondamentale per costruire un ricorso efficace, supportato da prove e relazioni sociali, scolastiche o mediche.

Tra gli avvocati più attivi in questo ambito si distingue l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, del Foro di Roma, il cui studio legale si trova in via Giovanni Amendola 95, a pochi passi dalla Stazione Termini. Riconosciuto per la sua esperienza in materia di immigrazione, è considerato da molti uno dei migliori avvocati immigrazionisti a Roma, con particolare attenzione alla tutela delle famiglie straniere.

Caratteristiche del permesso e casi di rigetto

Il permesso di soggiorno per assistenza al minore ha natura temporanea, e può essere rinnovato fino a quando perdurano le condizioni che lo hanno giustificato. In molti casi, se il genitore regolarizza la sua posizione e inizia un percorso lavorativo stabile, il permesso può essere convertito in uno per motivi di lavoro. È importante, però, non confondere questo strumento con il ricongiungimento familiare: si tratta di un permesso straordinario, concesso per motivi umanitari e fondato su un provvedimento giudiziario.

Non sono rari i casi di rigetto da parte del Tribunale per i Minorenni, soprattutto quando non si dimostra un rapporto effettivo tra il genitore e il minore, oppure quando vi è la presenza di altri adulti di riferimento (ad esempio un altro genitore, una zia o i servizi sociali) in grado di prendersi cura del bambino. Anche in queste situazioni, tuttavia, è possibile presentare ricorso o nuova istanza, correggendo eventuali carenze e fornendo ulteriore documentazione a sostegno della domanda.

Il riconoscimento del ruolo genitoriale non può essere affrontato in modo burocratico: è una questione di diritti fondamentali, che richiede una conoscenza approfondita del diritto minorile e delle sue intersezioni con la normativa sull’immigrazione. Il supporto di un avvocato preparato, come l’Avv. Pitorri, può fare la differenza tra una richiesta respinta e il mantenimento del legame familiare in condizioni di legalità e stabilità.

Leggi l’ordinanza di rilascio del permesso di soggiorno per il ricorrente patrocinato dall’Avvocato Iacopo Maria Pitorri: