Politiche di integrazione sociale migranti
Luglio 9, 2021
Le politiche di integrazione sociale dei migranti in Italia stanno funzionando?
Un aspetto molto importante da approfondire e che non può essere assolutamente ignorato è il seguente: l’educazione civica ai temi di attualità e all’immigrazione sta funzionando? Oppure sta venendo meno quel rispetto che dovrebbe esserci sempre tra le popolazioni di tutto il mondo?
Al giorno d’oggi, esiste un vero e proprio pregiudizio nei confronti dell’immigrazione. La pressione migratoria sta raggiungendo un punto di espansione massimo: invece di promuovere una sana integrazione, c’è tanto contro cui combattere, comprese le discriminazioni o i pregiudizi su base ideologica.
Per il momento, sebbene gli strumenti messi a disposizione per la politica di integrazione e i numerosi modelli da seguire, l’impressione generale è che le politiche stesse non stiano funzionando al 100%: sta venendo meno quella parte dei diritti umani che esula da qualsiasi nazionalità e cittadinanza.
Strumenti per le politiche di integrazione
Per fare in modo che gli stranieri possano integrarsi nel migliore dei modi, sono stati mesi a disposizione alcuni strumenti per tutelare i cittadini extracomunitari. Per esempio, l’articolo 46 del Testo Unico per l’Immigrazione ha previsto l’introduzione di una Commissione Governativa per le Politiche di Integrazione. Il suo obiettivo è di predisporre annualmente un rapporto per favorire la loro integrazione sul suolo italiano, proporre nuovi interventi e interagire con il Governo a riguardo.
È presente anche un Fondo Nazionale per le Politiche Migratorie, come previsto dall’Articolo 45 del Testo Unico per l’Immigrazione. È sostanzialmente il finanziamento per iniziative rivolte verso i migranti, per i centri di accoglienza, la loro istruzione e le misure previste per l’integrazione.
Infine, l’Articolo 44 parla dell’Azione Civile contro la Discriminazione. Quest’ultimo si è reso necessario a seguito di alcuni problemi sorti all’interno della società dopo la grande immigrazione degli ultimi decenni.
Il modello di integrazione dell’assimilazione
Nel modello di assimilazione previsto dalle teorie dell’integrazione, i migranti solitamente si adattano al nuovo paese, alla cultura del luogo ospitante. In questo caso, c’è il rischio di perdere parte di se stessi, dei propri ricordi e culture passate: la cultura di origine viene messa da parte a favore del paese in cui ci si trova sul momento.
Il modello di integrazione dello scambio culturale
Per quanto riguarda invece il modello dello scambio culturale, potremmo definirlo l’opposto del modello dell’assimilazione, in quanto si basa sul rispetto reciproco delle culture. In questo caso il migrante si avvicinerà agli usi e ai costumi del paese ospitante, ma non dimenticherà la sua religione, la cultura da dove proviene. Si mette in atto un vero e proprio processo di scambio, con l’obiettivo di arricchirsi a vicenda, senza soppiantare le culture di tutto il mondo. È visto attualmente come uno dei modelli più interessanti, oltre che a essere positivo.