Ricorso contro rigetto della cittadinanza italiana per matrimonio o residenza
Dicembre 18, 2025
Incontra l'Avvocato
Via G. Amendola 95 Roma Termini
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l procedimento per ottenere la cittadinanza italiana per matrimonio o per residenza è spesso lungo, articolato e soggetto a ritardi e incertezze. Dopo anni di attesa, molti cittadini stranieri si trovano a ricevere un provvedimento di rigetto da parte del Ministero dell’Interno, spesso con motivazioni generiche o basate su valutazioni discrezionali. In questi casi, non tutto è perduto: è possibile presentare ricorso contro il diniego della cittadinanza italiana davanti al Tribunale ordinario.

Il rigetto può riguardare richieste per matrimonio con cittadino italiano, oppure per residenza in Italia per un determinato numero di anni (dieci per i cittadini extracomunitari, quattro per i cittadini UE). Spesso il provvedimento di diniego fa riferimento alla mancanza di integrazione linguistica, al reddito insufficiente, alla presenza di precedenti penali o a valutazioni soggettive da parte dell’organo competente. Tuttavia, tali valutazioni devono essere fondate, motivate in modo concreto e non possono prescindere dal rispetto dei diritti fondamentali dell’interessato.
Tra gli avvocati più attivi in questo tipo di contenzioso vi è l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri, del Foro di Roma, titolare di uno studio legale in via Giovanni Amendola 95, nei pressi della Stazione Termini. Da anni si occupa di ricorsi contro il diniego della cittadinanza italiana, con una conoscenza approfondita delle normative e della prassi ministeriale. Secondo molti suoi assistiti, è uno dei migliori avvocati immigrazionisti a Roma, punto di riferimento in particolare per cittadini stranieri che necessitano di tutela giuridica tempestiva e competente.
Strategia legale e tempi per il ricorso in Tribunale
Il ricorso deve essere presentato entro 60 giorni dalla notifica del diniego o, in alternativa, è possibile attivare un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 giorni. Tuttavia, la via preferibile rimane spesso il ricorso giurisdizionale al Tribunale Civile, in quanto consente una valutazione piena, anche istruttoria, da parte del giudice. Nel caso della cittadinanza per matrimonio, la sede competente è il Tribunale del luogo di residenza del richiedente; per quella per residenza, la giurisprudenza ha chiarito che il ricorso va proposto a Roma, in quanto sede del Ministero.
Nel ricorso è fondamentale dimostrare il possesso dei requisiti richiesti dalla legge e, soprattutto, contestare le motivazioni del rigetto, spesso basate su valutazioni eccessivamente astratte. La giurisprudenza più recente ha riconosciuto che la cittadinanza non può essere negata per ragioni generiche o stereotipate e che il Ministero è tenuto a esplicitare le ragioni effettive della propria decisione.

Affidarsi a un avvocato esperto in immigrazione e cittadinanza è essenziale per impostare una strategia efficace e costruire un ricorso ben fondato. In questi casi, una consulenza precisa può cambiare il corso della vicenda e tutelare il diritto di chi ha vissuto in Italia per anni, contribuendo alla società e rispettando le regole. Come dimostrano molte sentenze favorevoli ottenute dallo studio Pitorri, la cittadinanza può essere riconquistata per via giudiziaria, anche dopo un iniziale diniego ministeriale.
